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Hub working- che cos’è e perché è il next normal delle aziende

L’hub working è il futuro del lavoro. Per le aziende più innovative, rappresenta già la situazione attuale, poiché si può considerare il nuovo paradigma del rapporto con i dipendenti. Un paradigma non più dettato dalla crisi pandemica, ma dagli evidenti vantaggi che l’hub working, inteso come punto di confluenza dinamico dei lavoratori, genera per tutti gli attori interessati: azienda, dipendenti, provider, fornitori ecc. Derivato dal concetto anglosassone che identifica nel termine “hub” un centro o uno snodo, l’hub working coincide con il contesto fisico e con l’insieme di tecnologie funzionali al benessere e alla produttività di quanti vi soggiornano quotidianamente per svolgere i propri compiti professionali. 

Hub working: l’evoluzione del lavoro agile

Il motivo per cui l’hub working ricoprirà un ruolo chiave nel next normal delle imprese deriva dal fatto che non solo valorizza il meglio dello smart working e del coworking, ma li integra con le buone prassi dell’ufficio tradizionale. Secondo una recente indagine condotta dall’INAPP (Istituto Nazionale per l’Analisi delle Politiche pubbliche), gli smart worker, che erano 2.458.210 prima della pandemia, sono saliti a 7.262.999 nel 2021.

L’indagine, oltre a confermare i numeri di una “migrazione” dovuta alla ben nota circostanza emergenziale, ha raccolto le opinioni di 45 mila lavoratori “agili”. Il 55% del campione ha espresso un giudizio positivo sull’esperienza complessiva, ma ciò non toglie che un’alta percentuale degli intervistati abbia lamentato alcune criticità. Il 64%, ad esempio, ha affermato che questa modalità causa isolamento, mentre circa il 60% che non aiuti nei rapporti con i colleghi, oltre a risultare problematica per l’aggravio dei costi delle utenze domestiche. 

Uno snodo di flessibilità, work-life balance, stabilità

Al netto delle criticità, vi sono alcuni elementi riconducibili allo smart working che determinano comunque il parere favorevole di gran parte delle persone interpellate nello studio INAPP. Anzitutto la sua flessibilità, in base alla quale la prestazione lavorativa è svincolata dal posto in cui avviene. In secondo luogo, la migliore conciliazione tra vita privata e professionale che consente di favorire.

L’hub working enfatizza entrambi questi due elementi, offrendo un contesto modulare in cui si può accedere per svolgere le proprie mansioni e dando le basi organizzative adeguate a un corretto work-life balance. In più, risponde efficacemente alle obiezioni sollevate, e che si riferiscono in realtà al remote working, cioè quelle relative a isolamento, a difficoltà nella relazione con i colleghi e ad aumento delle bollette della propria abitazione. Poiché in sostanza l’hub si configura come snodo non statico, mette insieme la flessibilità del lavoro smart con la stabilità dell’ufficio così come l’abbiamo conosciuto in passato. 

La convenienza dell’hub working al termine dell’emergenza 

C’è un ulteriore aspetto che va considerato. Finora il ricorso allo smart working è stato sostenuto da appositi provvedimenti governativi che ne hanno agevolato l’adozione, snellendo le procedure necessarie al suo avvio e mantenimento. Il prossimo 31 marzo, però, in Italia cesserà lo stato di emergenza e, con esso, verranno meno le misure di semplificazione che hanno consentito alle aziende di implementare lo smart working senza dover stipulare alcun accordo con il dipendente, così come previsto dalla legge n. 81/2017 istitutiva del lavoro agile.

Il venir meno delle procedure semplificate richiederà una mole notevole di adempimenti per continuare a far svolgere le attività in modalità “smart” ai propri collaboratori. In questa situazione l’hub working può fungere da strumento di sburocratizzazione che concili l’agilità a cui finora aziende e popolazione di lavoratori si sono abituate, ma con il beneficio di una semplificazione insita in questo modello. Le imprese infatti possono eleggerlo alla stessa stregua di una qualsiasi sede secondaria, avendo fra l’altro uno spazio totalmente gestito di cui usufruire a canone.

Può essere anche un’opzione temporanea, in attesa di un provvedimento ad hoc sullo smart working del next normal, con cui verificare intanto la convenienza dell’hub working. Ma può diventare alla fine una scelta permanente, a prescindere dai cambiamenti futuri della normativa in materia di lavoro agile. 

 

Infografica Hub Working la Rivoluzione dei Modelli Lavorativi

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