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Come funziona il coworking e perché l’hub working è meglio

Come funziona il coworking? Phygiwork lo sa bene poiché, all’interno delle sue soluzioni, propone anche spazi di condivisione aperti a liberi professionisti, consulenti e startup. Ma il coworking, inteso come contesto fisico in cui è possibile affittare una postazione per periodi più o meno lunghi, si potrebbe considerare la componente hardware nell’offerta di Phygiwork. Al di sopra di questa, il “sistema operativo” che enfatizza le potenzialità del coworking è una nuova filosofia manageriale che si può sintetizzare nel concetto di hub working. Un concetto che Roberto Guida, CEO di Phygiwork, ha ben illustrato in un’intervista pubblicata nell’aprile scorso:

“L’hub working rappresenta uno smart working terzo rispetto alla dinamica bipolare del remote o home working e del working in azienda” e risponde “alla difficoltà di molti lavoratori nel poter fare smart working da casa per diverse ragioni: spazi stretti, connessione insufficiente, situazione di alienamento e così via”. 

Come funziona il coworking? Sempre di più secondo le logiche dell’hub working 

 Se per coworking si intendono anche tutti quei luoghi che ospitano professionisti che collaborano con aziende differenti, è semplice comprendere che tale soluzione è sempre più orientata a fare proprie le logiche dell’hub working. L’idea di fondo del coworking anticipa del resto quello che oggi è diventato patrimonio di tutti. Basti pensare che l’enciclopedia Treccani, alla voce relativa, cita definizioni di autori che risalgono a quasi 10 anni fa, quando i numeri dei coworking nel nostro paese erano molto lontani dagli attuali (circa 800, secondo il sito Italian Coworking).

In sostanza, il fattore aggiunto di questa particolare flessione della sharing economy non è soltanto quello di condividere un luogo, quanto di fare in modo che questa circostanza preluda a uno scambio proficuo di idee, progetti e iniziative. Con la differenza, rispetto all’hub working, che non c’è un’azienda che sceglie degli uffici diversi dai propri per rendere più soddisfatti e produttivi i suoi dipendenti. 

In che modo Phygiwork trasforma gli spazi di coworking in hub working 

È Phygiwork, provider degli spazi di coworking, a fare in modo che l’infrastruttura hardware delle sue location funga da volano per un modello di lavoro in cui sia sollecitato l’incontro tra coloro che si trovano a occupare ambienti comuni. A prescindere dal fatto che sia un’organizzazione a optare per una delle sedi di Roma o a farlo sia il singolo freelance, la formula dell’hub working targato Phygiwork è all-inclusive, poiché comprende l’utilizzo delle superfici, dei desk, delle meeting room, delle tecnologie e di tutti i servizi a corredo con l’aggiunta di quelle zone social che favoriscono l’incrocio di esperienze multiple.

Il che porta a un impiego modulare del coworking in funzione degli obiettivi di quanti ne usufruiscono. E questo può valere per abilitare lo smart working rotativo dei team su esplicita richiesta dell’azienda, per la ricerca di opportunità da parte del professionista o semplicemente per superare l’isolamento causato dalla reiterazione di collaborazioni esclusivamente virtuali. 

Tra l’ufficio e lo smart working, la giusta risposta a come funziona il coworking 

Hardware, cioè coworking, e software, alias hub working, sono parte integrante di un approccio che punta a innovare laddove spesso abitudini consolidate possono rappresentare un ostacolo al cambiamento. Tra una posizione ufficio-centrica e un’altra di smart working nella versione “estrema” dell’home working è possibile, anzi auspicabile, una terza via. Per questo alle aziende e ai lavoratori interessati a percorrere questa strada alternativa, che magari si domandano come funziona il coworking, va chiarito che non basta garantire la compresenza in un medesimo ambiente per ottenere quegli obiettivi congiunti di maggiore flessibilità, produttività e benessere.

Occorre che chi fornisce tali ambienti fornisca anche un ecosistema che faciliti l’interazione, lo spirito di cooperazione, la propensione alla contaminazione virtuosa delle idee e la creazione di community all’insegna del well-being. È ciò che fa Phygiwork attraverso le sue soluzioni di coworking che, proprio per i motivi ricordati finora, è meglio indicare più correttamente con l’espressione di hub working. 

 

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